MIRACOLO dal lat. miracŭlum è cosa meravigliosa e mirari «ammirare, guardare con meraviglia, meravigliarsi».
La parola italiana “meraviglia” non riesce però a rendere del tutto la complessità del significato originario: l’esperienza del thaumazein, della meraviglia di fronte alle cose del mondo che ci emozionano e ci spaventano, turbamento e stupore insieme.
Ecco che in questo nostro tempo di donne e uomini visibilmente affaticati e stanchi, colti in un ralenti con sguardi per lo più opachi e senza luce, senza abbrivio, vorremmo riprendere a interrogarci e confrontarci per tentare il recupero di nuovi e più alti pensieri, distruggere i vecchi universi per creare nuove stelle, il nostro momento magico, il nostro miracolo particolare.
Da una citazione del sociologo Pierre Bourdieu:
Meravigliarsi dei veri miracoli e non di falsi incanti è l’auspicio che vorremmo fare nostro e, mai come quest’anno, renderlo indirizzo di un progetto quale MOBY DICK FESTIVAL che, da diversi anni ormai, ricerca e presenta voci importanti e di alto standing in ambito culturale del panorama nazionale e internazionale contemporaneo.
Senza il dono di relazioni significative non c’è legame sociale, e senza legami sociali l’individuo umano non sopravvive. Così Hegel definiva la nostra esposizione al mondo, lì dove la vita non può essere, a meno che una comunità non decida di guardarsi negli occhi e camminare insieme.